domenica 1 maggio 2016

INDAGINI DIAGNOSTICHE SPECIALI


INDAGINI DIAGNOSTICHE SPECIALI
La biopsia è un esame che risulta essenziale per la diagnosi istologica di dermatiti idiopatiche, specialmente se croniche, e per lesioni con sospetto di malignità. Generalmente per l'esecuzione di una biopsia viene scelta una lesione tipica, ben manifesta, ma in caso di eruzioni vescicolose, bollose o pustolose, è preferibile effettuare il prelievo sulla lesione iniziale. La procedura più semplice è la "punch biopsy" mediante la quale un bisturi circolare (di diametro  2 mm) viene inserito fino al sottocute e il frammento di tessuto viene tagliato alla base con le forbici. Un'adeguata biopsia di lesioni relativamente friabili (p. es., cheratosi seborroiche) si può ottenere raschiando con un'affilata curette oppure mediante "shaving". Per ottenere un campione di tessuto più ampio oppure per eseguire una biopsia su lesioni che interessano gli strati più profondi (derma profondo, ipoderma), viene asportato un cuneo di tessuto e suturata l'area di incisione. Per la maggior parte dei piccoli tumori, diagnosi e terapia si conseguono mediante completa escissione con piccoli bordi di cute sana perilesionale. Tutte le lesioni pigmentate, compresi i nevi, vanno asportate profondamente in modo da poter valutare istologicamente l'invasività della lesione stessa. Le biopsie superficiali sono spesso inadeguate per la diagnosi istologica, specialmente in caso di lesioni pigmentate oppure in caso di sospetta infezione micotica o micobatterica profonda.
L'esame microscopico del materiale raschiato aiuta nell'identificazione delle infezioni micotiche superficiali. Le squame vengono prelevate dai bordi della lesione, in fase evolutiva e coperte con idrossido di potassio al 20%. Le matrici deformi di peli spezzati in una lesione del cuoio capelluto devono essere esaminate, in quanto i capelli normali non vengono sempre contagiati (p. es., nella tinea capitis). Nelle dermatofitosi sono presenti ife fungine, fin dall'esordio, mentre nella tinea versicolor e nella candidosi c'è una crescita graduale sia di lieviti che di ife.
Terreni di coltura e test di sensibilità antibatterica sono indicati nelle infezioni cutanee acute di origine batterica, ma non devono ritardare la terapia. La scelta di un campione adeguato è essenziale. Per lesioni francamente pustolose è sufficiente disporre di un comune tampone, che deve essere immediatamente posto in opportuno brodo di coltura. Nelle infezioni croniche (p. es., TBC o micosi profonde), nelle quali la flora può essere mista e in parte dispersa, potrebbe essere necessario eseguire prelievi più ampi (compresi campioni di biopsie profonde) da mettere in colture speciali. Le colture per infezioni fungine superficiali hanno talora esito positivo anche quando il materiale cutaneo raschiato risulta negativo.
L'esame alla luce di Wood richiede l'ispezione della cute in ambiente buio sotto una luce ultravioletta filtrata attraverso la lampada di Wood ("luce nera"). La tinea versicolor da una lieve fluorescenza dorata, mentre l'eritrasma appare rosso arancio. La Tinea capitis determinata daMicrosporum canis e da Microsporum audouinii, ha una fluorescenza color verde chiaro (ma la maggior parte delle infezioni da tinea capitis è determinata dalla specie Trichophyton che molto raramente risulta fluorescente). Il primo indizio di un'infezione da Pseudomonas, in special modo nelle ustioni, può essere una fluorescenza verde, mentre la depigmentazione da vitiligine può essere differenziata dalle lesioni ipopigmentate per la tipica colorazione bianco-avorio alla luce di Wood.
Il test di Tzanck è un esame rapido e affidabile (per personale esperto) per determinare la diagnosi di herpes simplex, herpes zoster e pemfigo. Lo striscio di materiale cellulare viene prelevato dal fondo e dalle pareti della vescicola e colorato con soluzione di Wright o colorazione di Giemsa. Cellule giganti multinucleate sono presenti nell'herpes simplex, nell'herpes zoster e nella varicella, ma non nella vaccinia. Il pemfigo può essere diagnosticato per la rilevata presenza di cellule acantolitiche, con grandi nuclei e scarso citoplasma e una perduta adesività intercellulare.
Le colture per i virus sono più sensibili e facili da interpretare di quanto non lo sia il test di Tzanck e l'identificazione dell'agente patogeno, viene solitamente effettuata nell'arco di 2 o 3 giorni. Se si sospetta un'infezione virale, il liquido proveniente dalle vescicole può essere posto in speciali mezzi di coltura da trasporto nella maggior parte dei centri medici.
test di immunofluorescenza (IF) che utilizzano la microscopia a fluorescenza (v. Disordini da reazioni di ipersensibilità di tipo II,  ) sono di notevole ausilio nella diagnosi e nel controllo di alcune patologie cutanee. I test di immunofluorescenza indiretta (valutazione del siero per anticorpi circolanti) rivelano che il siero dei pazienti con pemfigo o pemfigoide bolloso contiene anticorpi specifici per i diversi strati dell'epidermide. Nel pemfigo il titolo degli anticorpi circolanti è correlato alla gravità della malattia. Nei test di immunofluorescenza diretta (valutazione cutanea del paziente per deposito di anticorpi in vivo), i campioni di biopsie su pazienti affetti da pemfigo, pemfigoide, dermatite erpetiforme, herpes gestationalis, LES e lupus eritematoso discoide (LED), confermano i modelli diagnostici del deposito anticorpale. Pertanto il test di immunofluorescenza diretta, nella maggior parte di queste patologie, risulta di migliore aiuto diagnostico rispetto all'ordinario esame istologico.

Altre indagini diagnostiche speciali comprendono i patch-test usati nella dermatite allergica da contatto (v. Diagnosi in Dermatite da contatto e Reazioni da ipersensibilità di tipo IV, l'esame in campo oscuro nella sifilide , il materiale cutaneo raschiato nella scabbia e la conta dei capelli nell'alopecia.

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