Cellulite superficiale con marcato coinvolgimento dei vasi linfatici causata dallo streptococco b-emolitico gruppo A (o raramente dal gruppo C o G).
Un focolaio infettivo può essere provocato da un'infezione micotica interdigitale del piede. Le gambe rappresentano la sede anatomica più frequente.
Sintomi, segni e diagnosi
La lesione appare ben delimitata, lucida, eritematosa, edematosa, indurita e tesa; a volte possono svilupparsi vescicole e bolle. Il volto (spesso bilateralmente), le braccia e le gambe sono le sedi più comuni, sebbene non in questo ordine. Sono presenti talora piastroni circondati da un alone eritematoso e linfoadenopatia regionale. Inoltre, sono frequenti ipertermia, brividi e malessere generale. L'erisipela talvolta assume un carattere recidivante che porta a linfedema cronico.
La diagnosi generalmente si basa sul semplice esame obiettivo. È piuttosto difficile isolare l'agente patogeno dalla lesione, anche se a volte, a tale scopo, può essere utile l'emocoltura. Inoltre, la colorazione batterica con immunofluorescenza diretta può identificare il microrganismo responsabile, ma la diagnosi si basa generalmente sulla morfologia clinica. L'erisipela del viso va differenziata dall'herpes zoster, dall'edema angioneurotico e dalla dermatite da contatto; e quella delle braccia o delle mani da rare forme erisipeloidi (v. Erisipelotricosi ). Un carcinoma infiammatorio diffuso delle mammelle può essere confuso con l'erisipela.
Terapia
La penicillina V o l'eritromicina PO alla dose di 500 mg qid per ³ 2 sett., risultano efficaci. Nei casi acuti, 1,2 milioni di penicillina G EV q 6 h da un rapido miglioramento e va sostituita dalla terapia orale dopo 36-48 ore. In casi con resistenza a questi antibiotici, è stata usata la cloxacillina o la cefalexina. Dolori locali possono trovare sollievo con impacchi freddi e analgesici. Un focolaio micotico può richiedere terapia a lungo termine con itraconazolo o terbinafina allo scopo di prevenire recidive.
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